L’aumento di iperestesia e HSP porta a sovraccarico sensoriale, dermatiti e difficoltà nel vestire. Nasce così l’abito pensato su misura, progettato per rispondere a bisogni tattili e sensoriali specifici, restituendo comfort e identità.
Le regole sociali hanno sempre avuto la giacca al centro di divisioni di classe e professioni. Un’identità
non libera o spontanea, ma scritta secondo criteri specifici.
Il rapporto con i capi, però, sta cambiando. Partire dalle esigenze di ognuno di noi, ascoltare e accogliere
l’individuo con le sue caratteristiche, invece di omologare sarà la direzione per permetterà ad ognuno di
noi indossare le vesti sociali.
Un cambio di paradigma che pone al centro il corpo, la percezione e la soggettività, restituendo all’abito
la funzione di espressione e non di imposizione del ruolo sociale.
Questo è il primo passo di un percorso più ampio. Un progetto in evoluzione una serie di abiti pensati per adattarsi a esigenze sensoriali specifiche e raccontare identità intime e mutevoli.